Questo è il primo piccolo episodio di una serie di racconti che parlano di persone.
Una sorta di romanzo d'appendice che parla di voi.

Ci siamo resi conto di essere unun punto di incontro, un luogo fisico e virtuale di confidenze, dove tutti coloro che hanno qualcosa da raccontare trovano spazio “fra le nostre scarpe, che aggregano”.



Episodio 1 - LINO

 

 

 


LINO è dinoccolato, la sua altezza lo fa incedere come se ondulasse, sembra una robusta canna scossa dalla brezza primaverile.

 

 


 

È alto, con capelli radi, molto magro e con un viso scavato dagli anni.

In lui, il tempo ha lavorato con scalpelli affilati, ha scavato a colpi pesanti, ma la secchezza delle linee è ammorbidita da occhi che sorridono dal piacere, appena superata la porta del negozio, di poter parlare di qualcosa fra il serio ed il faceto.


Lino quando arriva è bello, so che mi porterà notizie interessanti sul passato che nel suo racconto diventa contemporaneo. Non ha mai smesso di essere visitato dalla passione dell’insegnamento che governa attraverso l’uso del tono della voce.

Sottolinea i passaggi su cui il racconto troverà sostegno. Nei suoi pensieri quei momenti rappresentano una statica seducente e ascoltarlo offre l’opportunità di perdersi nei mondi che così teatralmente riesce a descrivere. 

 

Ha 88 anni ed è assistito da uno humor invidiabile. Se gli chiedo di insegnare per qualche ora all’università della terza età rifiuta: 

“Sono timido e posso incorrere in amnesie imbarazzanti, meglio non rischiare di perdere l’amor proprio.”  e poi “ Io sono passato da molto tempo, sono più di là che di qua…”.

Non si rende conto che ogni volta che mi parla tiene una lezione magistrale e che potrebbe farlo sempre e di fronte a chiunque. Ma non insisto, la tenerezza che lo lega a me e al negozio è irrinunciabile

 

È amato dalla gente di Este, un po’ per il suo passato di bravo insegnante di Matematica, un po’ per la sua statura culturale e un po’ per quell’innata simpatia che, per fortuna, trabocca da ogni poro.

 

Il negozio di Este è diventato un punto d’incontro fra gente che oltre a delle buone scarpe trova un po’ di sana amicizia, un leggero e corroborante cicaleccio, una bacheca a cui appendere dei messaggi per gli altri frequentatori della bottega, delle risposte a domande a cui si può rispondere con altre domande.

E poi ci sono i poeti, che senza incontrarsi, si conoscono qui, tra una pagina stampata di rime e qualche paio di scarpe in pelle.

Ma di questo, racconterò un’altra volta.