Questo è il secondo piccolo episodio di una serie di racconti che parlano di persone.
Una sorta di romanzo d'appendice che parla di voi.

Ci siamo resi conto di essere unun punto di incontro, un luogo fisico e virtuale di confidenze, dove tutti coloro che hanno qualcosa da raccontare trovano spazio “fra le nostre scarpe, che aggregano”.

 

 


EP.2 - LUISA 

 

 

 

 

Luisa era una delle donne più belle di Este e ancora non smette di esserlo.
Certo, è evidente che gli anni hanno lasciato delle amorevoli tracce. Il tempo però non ha voluto scavare nel suo spirito che in realtà è il vero punto di forza della sua bellezza. 

 

Luisa non cammina, danza.

Ogni sorriso lo accompagna con una piroetta e tu, che fai da spettatore, sei trascinato nel fremito del movimento.
Alla fine rotei anche tu perché non vuoi perdere quella gioia. Ti senti incollato a quel sorriso che non ti molla e ti risucchia nel vortice di simpatia. Dopo un po’ l’allegria si dipinge anche nel tuo viso e cominci a provarne il piacere.

La piroetta viene dopo, ne è una conseguenza, incornicia quel sorriso che sembra essere nato per dipingere una svirgolata di felicità negli occhi di chi guarda.

 

Lei non arriva mai sola. Si fa accompagnare da creazioni casalinghe di grande effetto scenico.

Se va al mare va a Porto Caleri, cerca legno che il mare non vuole più. Lo sceglie con cura, lo immagina già incastonato delle piume e delle perle che sa di avere riservato per quel pezzo di legno, proprio per lui.

E poi ci sono dei pennacchi di saggina, delle foglie di platano o di quercia che non aspettano altro da anni. E inchioda, incolla, fascia con foulard di seta, infila perline colorate e trasparenti, incastona pietre… 

 

Spesso poi, passa in bottega di RCP a sfoggiare l’opera, me la mostra un attimo e poi fugge con leggiadria perché un po’ si vergogna a mostrare la propria intimità.

 

Ogni opera è un sogno che ha fatto o che doveva fare e invece di lasciarlo nell'onirico, lo ha costruito. Ecco perché c’è qualcosa di intimo, di intraducibile. E’ il suo mondo personale. Quell’opera è un simulacro di passione che aleggia nell’aria, si appesantisce con uno sguardo, atterra gravato dal peso delle emozioni che rappresenterà.

 

 

Quando è felice e vuole lasciarne testimonianza, mi porta uno ceppo di legno senza peso, che non è più solo legno secco ma riprende vita attraverso gli orpelli colorati che lo avvolgono. Ed io espongo quel sogno felice proprio lì, in mezzo al mio sogno: fra le nostre scarpe.

 

Ha comprato un paio di NUVOLA, sono quelle che meglio si addicono a lei così leggera, dal carattere flessibile e coraggiosa. 

 

Anche per lei la vita ha riservato prove durissime. Il tremore continuo del suo corpo ne è il segnale. Ma non abbandona il campo, non abbandona le sue collane colorate, non smette di essere elegante con quell’eccentricità che ci fa aver bisogno di lei… tutti i giorni.


Alla prossima, 

Gigi